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Morosità e recupero crediti: le azioni previste dalla normativa e alcune best practice

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Morosità e recupero crediti: le azioni previste dalla normativa e alcune best practice

Morosità e recupero crediti sono temi cruciali per i fornitori di energia, perché dalla loro corretta gestione dipende la tenuta del proprio business.

Il testo normativo di riferimento per i casi di morosità da parte del cliente finale è il TIMOE. In questo articolo approfondiremo tutte le azioni di recupero crediti che è possibile intraprendere e tutti i passaggi previsti dalla normativa per una corretta gestione e risoluzione di questo tipo di disputa.

Procedura di costituzione in mora

La prima fase della procedura di morosità è la costituzione in mora del cliente. In caso di insoluto dalla scadenza della fattura, il venditore può avviare la costituzione in mora del cliente attraverso una comunicazione scritta che lo invita a pagare il debito entro un termine di 25 giorni per gli utenti in bassa tensione e di 40 giorni per le altre tipologie. In caso di mancato pagamento, il venditore può procedere con la richiesta di sospensione della fornitura al distributore.

Pratica di sospensione

Solo dopo tre giorni lavorativi dalla scadenza del termine indicato nella comunicazione di costituzione in mora, il venditore può inviare al distributore una richiesta di sospensione. La richiesta può essere presentata ogni giorno del mese. Per i punti in bassa tensione, viene effettuata una riduzione al 15% della potenza e, in caso di mancato pagamento, trascorsi 15 giorni da questo primo intervento, la sospensione.

Pratica di riattivazione

Una volta avvenuto il pagamento, il fornitore deve inviare al distributore la richiesta di riattivazione della fornitura entro tre giorni lavorativi. Per avere informazioni dettagliate sulle tempistiche relative alle pratiche di sospensione e riattivazione per morosità, che dal 1° dicembre 2023 sono state centralizzate sul portale dell’Acquirente Unico e sono esclusivamente in carico alla controparte commerciale legata da un rapporto contrattuale con il cliente finale, vai all’articolo dedicato.

Pratica di risoluzione contrattuale

Sia nel caso in cui la sospensione abbia avuto esito positivo, sia nel caso in cui non sia stato possibile eseguire l’intervento, la controparte commerciale può risolvere per inadempimento il rapporto con il cliente finale e di seguito avvalersi del proprio UdD per effettuare una pratica di risoluzione contrattuale.

La procedura Cmor

Il Cmor, ovvero corrispettivo di morosità, è un indennizzo a favore del fornitore che può essere corrisposto solo nel caso in cui il contatore in oggetto sia ancora attivo e ancora intestato all’utente moroso e relativamente alle bollette che contabilizzano consumi e oneri degli ultimi 5 mesi prima del passaggio a un altro fornitore.

La richiesta di indennizzo Cmor può essere inoltrata al distributore dopo un periodo che va dai 6 ai 12 mesi successivi. Il nuovo fornitore a sua volta applicherà sulla bolletta del cliente l’importo dovuto, versato successivamente al Distributore, che si occuperà infine di girarlo alla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA). Dall’inoltro della pratica al risarcimento trascorre circa un anno.

Questa procedura non è però applicabile ai punti per cui è stata effettuata una risoluzione contrattuale ma che rientrano sotto lo stesso UdD attraverso un’altra controparte commerciale: in questo caso, per recuperare il credito si potrà solo tentare la via civilistica.

Best pratices di recupero crediti

Nel contesto che abbiamo appena esaminato è evidente quanto sia importante un recupero crediti attento, “sul pezzo” rispetto alla situazione contabile dei clienti e orientato a intervenire in tempo utile, riducendo così al minimo l’impatto del danno subito. Ecco alcune best practice da seguire per ottimizzare l’esito di questo processo.

Mappatura e aggiornamento quotidiani

Il primo passaggio è monitorare i flussi bancari, per registrare le insolvenze e tenere traccia di chi dovrà essere contattato per un sollecito di pagamento.

Primo sollecito

In molti casi basta un semplice primo sollecito tramite mail o sms per avvisare il cliente del mancato pagamento e recuperare l’importo a credito in tempi, a volte, molto brevi. Imposta quindi l’invio automatico di un primo sollecito dopo pochi giorni dalla scadenza della fattura.

Intervenire in anticipo

Altro elemento molto importante per la sostenibilità del credito è porsi il limite di massimo 2/3 fatture aperte prima di intervenire secondo l’iter che abbiamo visto in questo articolo; questo per evitare che i crediti si accumulino e diminuiscano le possibilità di recuperare eventualmente gli importi attraverso lo strumento del Cmor.

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